E allora che senso hanno le previsioni astrologiche?
Chiaramente molto dipenderà dalle intenzioni di chi le compila.
Per quanto mi riguarda l’oroscopo è un artificio narrativo e, come scrive Patrice Guinard,
“è un attrezzo di comprensione del vissuto: comparabile all’Yi King, tratteggia l’esperienza della coscienza.”.
L’astrologia non è quindi banalizzabile nella pura prescrizione comportamentale per evitare “che accada qualcosa di brutto” o per far accadere le cose belle (anche se fanno certamente piacere), ma è anzi, nella sua accezione più nobile, uno strumento di comprensione del proprio vissuto, della propria quotidianità, e che colta in questo modo, può sviluppare consapevolezza e coraggio.
Per certi versi rientra sicuramente tra gli auto-inganni umani, ma lo è alla stregua del cercare di cogliere la morale da una favola.
Sublime gioco mercuriale tra l’astrologo/a che, conoscendo le regole degli astri, ne parla e lo spettatore che, muovendosi nel mistero, rintraccia parti di sé nel quadro descritto, esso può essere anche un invito all’approfondimento di questa arte iniziatica millenaria.
Una cosa è certa: nessun oroscopo, per quanto accurato, potrà mai parlare in maniera personale dato che sarà solo il Sole di nascita ad essere preso come punto di riferimento.