Chariklo: il potere invisibile della Presenza

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“Trovare un senso, un significato, rende molte cose sopportabili, forse tutte quante diventano sopportabili.” (Carl Gustav Jung)

Chariklo (#10199) è il più grande asteroide-centauro finora scoperto e astrologicamente rientra nella categoria dei “guaritori celesti” (assieme al ben più noto Chirone e ad Hygeia, Apollo, Asclepius, Panacea) connessi appunto alla guarigione e alla cura delle afflizioni, sia del corpo che dell’anima. Mitologicamente è connesso alla ninfa Cariclo, moglie e aiutante di Chirone assieme al quale, ci raccontano i miti, istruiva e cresceva dei ed eroi. Questa è una funzione che non deve sorprenderci dato che Chirone viene descritto come il più sapiente e saggi tra i centauri, noti invece per la loro natura violenta e bestiale. 

Il sistema solare si allarga… I centauri

Quando nel 1977 è stato scoperto Chirone la comunità scientifica è stata a lungo indecisa su come classificarlo (ed infatti è stato riclassificato più volte), ma una cosa era certa: si trattava di qualcosa di differente rispetto a tutti gli asteroidi, in orbita tra Marte e Giove, scoperti nel corso del XIX secolo. Chirone, infatti, percorre una via attorno al Sole in maniera estremamente ellittica formando appunto un’orbita compresa tra Saturno e Urano. 

Ed è questo percorso, che incrocia quello di altri pianeti, ad essere associato, secondo Melanie Reinhart, alla funzione comune a tutti i Centauri (come verranno nominati in seguito le scoperte asteroidali esterne alla fascia principale): essi sono simbolicamente il collegamento tra mondo visibile e invisibile e tra il mondo materiale/terrestre, rappresentato da Saturno (che è anche simbolo del “vecchio mondo”) e quello celeste/inconscio che troviamo da Urano in poi. 

(Se ti va di approfondire, ho scritto un articolo “Dal settenario in poi: Urano e altre aggiunte astrologiche” che amplia questi temi)

Chirone, i centauri e la ninfa Chariklo

Melanie Reinhart, una delle prime astrologhe ad essersi occupata di asteroidi-centauri e di Chirone, scrive che:

“Nel regno di Saturno si può essere radicati nel corpo, nella materia, nel mondo e nella propria realtà psicologica con l’esclusione delle realtà spirituali che sono aldilà di esso e le crisi di questa separazione si trovano nel campo di prova di Saturno; in quanto a Urano, dato che è un pianeta esterno, le sue energie non possono essere integrate senza un mediatore che è rappresentato dalla coscienza di Chirone”.

Chirone ha dato il via alla scoperta di ulteriori asteroidi, classificati poi nella categoria dei centauri: si tratta di corpi celesti con caratteristiche fisiche ed orbitali ben definite, che ruotano attorno al Sole tra Giove e Nettuno (secondo la definizione dataci dalla JPL della NASA). Caratteristica comune anche con Chirone, quindi, è quella di avere questa orbita ellittica ed eccentrica e soprattutto non stabile a causa dell’interazione con l’interazione gravitazionale dei pianeti più grossi e in alcuni momenti del loro percorso li porterà molto lontano (con il rischio anche di essere espulsi e perdersi nello spazio) e in altri momenti si riavvicineranno al centro, scaldandosi e brillando.

Vista la distanza dal Sole all’afelio, quando sono cioè nel punto più lontano, essi sono per la maggior parte ghiacciati mentre quando si avvicinano alla nostra stella (e quindi al perielio) alcune volte -se la composizione lo consente- possono mostrare una coda simile a quella delle comete. 

Ed è proprio a causa della orbite ellittiche ed instabili che essi attraverseranno alcuni segni zodiacali più velocemente di altri: a differenza di quello che accade per i pianeti, il cui ciclo può essere suddiviso con una buona approssimazione in uguali durate per ogni segno zodiacale, per i centauri dobbiamo controllare le effemeridi per sapere esattamente dove si trovino. 

L’eccentricità e instabilità orbitale li caratterizza astrologicamente e simbolicamente come anarchici ed è come se fossero sempre sul punto di “scappare” dall’attrazione del Sole, alla ricerca di qualcosa di lontano e disperso nello spazio. 

Ed è in questa “fuga” e tensione verso il lontano, assieme alla capacità di tornare a “casa” quando l’orbita li riporta vicini al Sole, che possiamo vedere uno dei significati simbolici più forti dei Centauri: come scrive in maniera profetica quando Chirone non era nemmeno immaginato, Dane Rudhyar, essi possono essere visti come “fecondatori cosmici”, trasportatori di messaggi da zone lontane a zone più vicine alla coscienza. Melanie Reinhart porta il ragionamento immaginale ad un ulteriore livello descrivendo il lavoro dei centauri come quello di traghettatori spaziali che ri-portano nel piano della consapevolezza semi di coscienza ghiacciata, “residui degli inizi di tutto”. 

Ed essi sono davvero simili ad anarchici cosmici che, pur di provocare un cambiamento e mettere in connessione conscio ed inconscio (come le moderne ricerche astrologiche sembrano confermare), non risparmiamo nessuna esperienza, nemmeno la più tosta. 

Chirone e Chariklo, la coppia sciamanica che permette la traslazione tra un piano di consapevolezza ed un altro, il guaritore ferito e la sua compagna, sono tra i più importanti asteroidi-centauri ed entrambi portano traccia di miti connessi al dolore/sofferenza della ferita che non guarisce, del dolore/sofferenza che rende saggi e al processo di sacralizzazione delle esperienze grazie alla creazione di uno spazio silenzioso da cui poter osservare la perfezione assoluta del Cosmo, anche nella tragedia.

Sia Chirone che Chariklo hanno a che fare, dal punto di vista psicologico e spirituale, con la guarigione e con i poteri/doni che derivano dal superamento di prove iniziatiche care agli dei e alle dee. Questo superamento, che avviene con Chirone e Chariklo attraverso la comprensione e l’accettazione, non ha però a che fare con atteggiamenti machisti e all’alta performance a cui l’età della tecnica e del progresso ci ha condannato, ma semmai con il processo di accoglimento di fasi dell’esistenza anche sgradite, il cui esito fortunato (come avviene per ogni prova eroica che si rispetti) non è garantito, ma che aprono le porte alla consapevolezza che la vita ha senso vissuta in tutta la sua interezza e che anche la morte, che Chirone accetta e baratta con Prometeo, non è detto sia un esito nefasto. 

Chariklo tra mito e significato astrologico  

Ed ecco che accanto a Chirone troviamo, tra i centauri, Chariklo, scoperta a distanza di 20 anni (il 15 Febbraio 1997) e il cui nome ci rimanda ad un personaggio mitologico pressoché invisibile, di cui troviamo traccia in pochissime fonti, ma la cui presenza silenziosa è percepita attraverso ciò di cui viene fatta allusione. E trattandosi di una ninfa, di una aiutante invisibile come invisibile sono alcune forze spirituali e psicologiche, non può essere diversamente.

Tema natale scoperta centauro Chariklo
Il tema natale della scoperta di Chariklo

Chariklo (Χαριχλω), il cui nome significa “celebre per la sua Grazia” o anche, secondo alcune altre fonti, “colei che fila con Grazia” mette in evidenza che grazia e la dolcezza sono attributi connessi alla sua natura. In particolare, se l’etimologia che la collega alla filatura fosse appropriata (e possiamo ipotizzarlo vista la serietà della fonte e il fatto che si tratti di una attività a cui si dedicavano anche le donne greche come vediamo accadere a Penelope mentre attende Ulisse) avremmo un collegamento con le filatrici del destino che troviamo in diverse tradizioni (vedasi ad esempio Nonna Ragno, che tesse il destino attraverso le stelle del Cielo, o le Norne nordiche) e la filatura come pratica oracolare (se ti interessa il tema ti suggerisco il libro di Max Dashu, “Streghe e pagane”, ed. Venexia). E di questa veggenza, della facoltà oracolare, troviamo traccia in due dei figli attribuiti a Chariklo: Tiresia e Ocirroe. 

Chariklo era una ninfa, una peliade, una ninfa dei boschi del Monte Pelio, quindi una creatura elementale femminile associata ai fenomeni e ai luoghi della natura. Le ninfe venivano generalmente suddivise in base ai luoghi che presiedevano e, grazie alla loro purezza che derivava dall’essere vicine alla natura, spesso accompagnavano le dee nelle loro attività: Chariklo non fa eccezione in questo e infatti viene descritta, in diverse versioni del mito, a fianco di Atena e di Hestia, dee che hanno entrambe a che fare con la sacralità, con la delimitazione dei confini (rispettivamente della polis e del tempio/casa) e con il rigore della regola. Ed effettivamente questi sono tutti temi che sono collegati anche alla Chariklo astrologica. 

Le diverse versioni del mito la descrivono ora come figlia di Apollo (dio della musica, delle arti mediche, delle scienze, dell’intelletto e della profezia), ora come figlia di Perse (titano della distruzione), e infine addirittura di Oceano (titano antico, figlio di Urano e Gea, la coppia primordiale). Una genealogia potente che ci fa intravedere, quindi, una figura sempre più definita negli attributi e tutt’altro che di secondo ordine rispetto ai natali di Chirone, figlio anch’esso di una ninfa e di Crono.

Chariklo è descritta come moglie e compagna di Chirone o, se vogliamo utilizzare un terminologia più alchemica, di una soror Mystica che collabora alla pari con il frater per il raggiungimento della Grande Opera. 

E qual è questa Grande Opera nascosta nel racconto del mito? 

Quello che sappiamo di Chirone è che esso era immortale e che, a causa della ferita di una freccia avvelenata partita per sbaglio dal suo allievo Ercole (lo stesso errore archetipico che porta anche Atena ad uccidere la sorella d’armi, Pallas, la ninfa), esso soffre, senza morire, per 900 anni prima di donare la sua immortalità a Prometeo. Ma per quei 900 anni Chirone, il centauro saggio e buono d’animo, accetta di buon grado la sua pena. Prova dolore e soffre e possiamo ipotizzare che questa sofferenza, questa pena che deriva dalla sua immortalità, rappresenti un ingrediente importante per una sempre maggior saggezza che lo porta ad essere descritto come il migliore tra i guaritori proprio perchè egli non osserva da lontano la sofferenza, ma ne è coinvolto. 

E Chariklo è lì, silenziosa, gentile, presente al suo calvario intenta, possiamo immaginare, ad assegnare (o a filare) un senso e a sacralizzare la sofferenza della ferita che non può guarire. Una presenza che arriva, vista la natura elementale e di ninfa, dalla natura, dall’Urgrund della mistica come fondamento di tutto.

Ed ecco che Chariklo, tra i tanti significati, astrologicamente è anche veicolo di quella Saggezza profonda che deriva dal prendere consapevolezza delle leggi di natura, della sofferenza che deriva dall’essere vivi (come privilegio della vita) e dal significato che possiamo assegnare a quello che viviamo. Dare un significato alle esperienze non significa, come frettolosamente si potrebbe pensare, “raccontarsela”, ma cercare un filo conduttore che apre la coscienza al vero sentimento religioso (da intendersi in senso etimologico, “relegĕre”, raccogliere, unire) e al Sacro.

La coppia sacra

I miti ci parlano di Chirone e Chariklo come coppia, di un complementare polare, che nutre, istruisce ed addestra guaritori, veggenti ed eroi. Melanie Reinhart osserva giustamente che non abbiamo descrizioni di grandi gesta legate a Chariklo, abbiamo anzi versioni anche contraddittorie rispetto alla sua nascita e alla sua vita, ma quello che possiamo percepire è al massimo un vuoto silenzioso, una assenza che lascia intravedere la potenza di una immagine femminina integrata e tutt’altro che di solo “di accompagnamento”. Abbiamo semmai qui un supporto dal basso, un Fondamento che ha le fondamenta nell’extra-razionale, in quel mondo intermedio rappresentato astrologicamente dalla soglia tra Saturno e Urano dove i due asteroidi si trovano a viaggiare. 

Saturno rappresenta astrologicamente parlando IL limite e i confini della vita. Esso è simbolo della mortalità e decadenza del corpo: Saturno è il tempo scandito e inesorabile, è il senso di responsabilità che deriva anche dal terrore delle conseguenze e del “non c’è più tempo”. E superata la soglia di Saturno entriamo in un nuovo tempo, che non è più il tempo del corpo, ma quello dell’Anima che si cerca nella profondità dello spazio e che vediamo anche nei sogni quando, sospesi e senza nascita, viviamo nell’eterno presente. 

Di Chariklo si sta astrologicamente cominciando a parlare solo adesso: la sua scoperta, avvenuta il 15 Febbraio 1997, è troppo recente per avere sufficienti dati per poter dire il suo significato astrologico esatto. Ma quello che sappiamo, anche grazie al lavoro portato avanti da Melanie Reinhart e Zane Stein, è che essa ha a che fare con la creazione dello spazio sacro, lo spazio rituale nel quale appunto possiamo sospendere il tempo ed entrare una oltre dimensioni dalle quali osservare con benevolenza e distacco la nostra vita, distanza che ci sarà utile per accogliere e favorire il processo di guarigione. 

Chariklo porta alla guarigione anche attraverso il senso dell’interrogazione sul senso della malattia/disequilibrio/rottura. Con Chariklo possiamo intravedere l’immagine dell’Archetipo della Sacerdotessa / Papessa dei Tarocchi, che invita a penetrare i misteri nascosti dietro alla tenda nascosta dallo scranno sacerdotale su cui è seduta.

Temi chiave di Chariklo

  • Ampliamento degli orizzonti 
  • Trasformazione invisibile
  • Maestri invisibili 
  • Contatto con il mondo invisibile e con i doni della veggenza e d’oracolo
  • Ricettività ed ascolto
  • Sospensione dei pregiudizi 
  • Forza della presenza. L’Esserci
  • Compassione 
  • Creazione di confini e apprendimento a dire “no”
  • Creazione dello spazio sacro e del Setting. Creazione del Temenos. 
  • Distinzione tra sacro e profano 
  • Lavoro nell’ombra e in silenzio per facilitare le fasi di trasformazione/traslazione (nascita/morte) anche sul piano della personalità
  • Collegamento a fasi di transizione su scala globale
  • Messa in discussione della realtà e della percezione 
  • Scelta di aprire alcune porte assumendosene la responsabilità 

Carta d’identità astrologica di Chariklo 

Scoperta: 14/15 Febbraio 1997

Da chi: J.V. Scotti

Dove: Kitt Peak National Observatory (KPNO), Arizona (U.S.A.)

Classificazione: Asteroide Centauro (tra Saturno e Urano)

Diametro: 302 chilometri

Dettagli del momento della scoperta: Si tratta del primo asteroide scoperto ad essere in possesso di un sistema di anelli come Saturno, Giove, Urano e Nettuno.  

Costellazione al momento della scoperta: Costellazione del Cancro

Posizione sull’eclittica: 06° Leone 01’ (R)

Ascensione retta: 127°33’

Declinazione: 15°N 35’

Latitudine: -03°16’

Periodo orbitale: 62 anni e 217 giorni 

Dove si trova la tua Chariklo?

Se ti piace smanettare con i software astrologici on-line e vuoi scoprire dove si trova la tua Chariklo, ti posso guidare all’utilizzo di Astro.com. (ATTENZIONE: Non troverai nessuna descrizione di cosa significhi, ma potrai osservare il suo posizionamento nel tuo tema di nascita)

Chariklo, come avviene per tutti gli asteroidi, diventa importante (e quindi, come si dice in gergo tecnico, “forte”) nel tuo tema di nascita se è congiunta (massimo 2/3 gradi di distanza) a Sole, Luna, ad uno degli angoli del Cielo (Ascendente, Discendente, Fondo Cielo, Medio Cielo), ai nodi lunari o alla Lilith apogeo. Personalmente non considero altri aspetti astrologici.

Per scoprirlo:

  • vai su www.astro.com, nella sezione “Carte Estese”;
  • inserisci i tuoi dati di nascita negli appositi spazi e clicca “Continua”
  • una volta che sarai nella pagina “Selezione di Carte estese” cerca la sezione “Oggetti addizionali”;
  • Nella casella dell’inserimento manuale inserisci il numero “10199” oppure cerca “Chariklo” nel menù sotto la lettera C;
  • Clicca su “Mostrare la carta”
  • Chariklo verrà inserita nel tuo tema natale come “Chari”

 

 

(Immagine copertina: Elaborazione personale foto di Foto di Jr Korpa su Unsplash)

 

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One comment

  • Alice

    10/06/2023 at 15:06

    Ho letto questo tuo articolo e l’ho trovato illuminante, visto che di Chariklo avevamo parlato durante la lettura del mio tema. Grazie mille per tutto ciò che fai.

    Reply

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