Il segno del Cancro: conoscere significa ri-cordare

Primo tra i segni d’Acqua e secondo tra i Cardinali,  il Cancro è l’ultima tappa del primo ternario dei segni (Ariete, Toro, Gemelli, Cancro) e rappresenta quindi un momento di massima concentrazione e concretizzazione di tutto quello che è stato mosso, fissato e reso disponibile nei segni precedenti.

La parola chiave per i nativi di questo segno è “IO sento” ed infatti la vita emotiva, interiore e riservata, è importantissima.

“Mi sento sicuro”
“Mi sento a casa con te.”
“IO Sento di conoscerti da sempre” 

E’ il segno governato dalla Luna (la Luna ha nel Cancro il suo domicilio), di esaltazione di Giove (soprattutto nel grado 15°), esilio di Saturno e caduta per Marte (soprattutto nel grado 28°).

Il simbolo del segno ♋ può essere visto come le due chele del Granchio oppure, come suggerisce l’astrologa Joanne Wickenburg, come simbolo dell’utero femminile o anche del seno. Data la sua natura riservata, caratteristica che condivide con il segno opposto, il Capricorno, è estremamente orientato sulla famiglia, ma questo non deve far pensare che questa sia per forza ciò che noi riteniamo tale a causa della cultura: la natura generosa ed aperta del Cancro rende famiglia tutto ciò che ama. A differenza del Capricorno, quello che il Cancro deve imparare a fare è a mettere dei confini emotivi tra sé e i componenti di quella che chiama famiglia, imparando a muoversi in maniera indipendente e a diventare padrone delle proprie emozioni.

Nonostante sia Cardinale, e quindi dotato di assertività (provate a far cambiare idea ad un Cancro se ci riuscite!), esso è anche acquatico e quindi guidato dalle emozioni e spesso -apparentemente- non reattivo di fronte agli stimoli: questa è una indicazione del fatto che i nativi del segno tendono ad essere assertivi e decisi quando devono prendere una decisione, ma all’azione vera e propria ci arriveranno con calma tenendo conto anche di quello che provano, delle esperienze del passato e di quello che sentono messo in discussione. Questo si vede anche nel rapporto con i ricordi e con il passato: la tendenza a tornare spesso “indietro” con la mente, ri-evocando situazioni concluse magari da anni, fa parte proprio di questo processo di adeguamento dell’azione (seppur mentale) all’emozione.

L’ingresso del Sole nel segno del Cancro scandisce il momento del Solstizio d’estate quando il Sole, nel suo percorso lungo l’eclittica zodiacale, raggiunge il punto più alto di declinazione per il nostro emisfero e si ferma. Questo corrisponde al periodo dell’anno in cui le ore di luce sono superiori a quelle dell’oscurità e questo, per chi sta allenando la sensibilità immaginale, ha un valore simbolico molto forte.

Per gli Egizi era con il segno del Cancro che aveva inizio l’anno: attribuito ad Iside, principio femminile e ricettivo, esso è il segno che, da bravo Cardinale, dà il via a qualcosa. E sempre per il popolo egizio non era il granchio a rappresentare questo segno, bensì lo scarabeo, venerato nella divinità di Khepri, collegato al sol levante.

La Luce nel momento del Solstizio estivo è massima, l’energia è condensata e pronta ad essere utilizzata per dare inizio a qualsiasi Opera.

Come mai, quindi, questo momento così caldo è collegato al Fuoco della Festa di mezza estate (il 24 giugno, la notte di San Giovanni) nonostante sia un segno acqueo? Perché l’Acqua del Cancro è quella conservata interiormente, sede delle memorie dell’inconscio, che andranno quindi riscaldate ed illuminate dal Sole alto all’orizzonte. E’ in questo momento che è possibile, grazie a ciò che è racchiuso in potenza ed in gestazione, utilizzare tutto lo slancio per l’esplorazione dell’interiorità. Questa potenza è, citando Angelo Angelini, la “sekkhem”, la potenza che risiede nell’inconscio della natura.

“Qui si realizzano le forme. Qui l’uomo dà loro un nome per meglio distinguerle ed appropriarsene. Qui l’Essere si rassicura, l’intelletto trova materia per mantenere attivo il suo eterno girotondo nell’universo psichico della Luna, signora del segno. E’ nel Cancro che il feto si incarna e che inizia un nuovo percorso karmico alla scoperta del segreto essenziale della Ruota della Vita.” (Irene Andrieu)

Buona lettura

Il Cancro e i ricordi

Durante il Solstizio d’Estate la luce solare, che ha ormai raggiunto la sua massima estensione, si prepara per calare e per tornare sul proprio cammino verso l’oscurità; siamo nel punto di massima luce possibile, nel punto di soglia oltre la quale abbiamo davanti ciò che è destinato a ritirarsi e allo stesso modo, in termini simbolici, anche l’anima si volge all’indietro, ai tempi dell’infanzia, dove solo la memoria la può condurre.

Questo è il regno del Cancro, che corrisponde all’arcano maggiore dei Tarocchi “Il Carro” e può essere visto, nella sequenza Zodiacale, come la conseguenza emozionale del conflitto mentale sorto in Gemelli, ovvero della necessità di prendere una decisione univoca di fronte ad una rosa di possibilità uccidendo drasticamente le altre. Questo processo gemellino ricorda la battaglia degli spermatozoi per la conquista dell’ovulo, mentre quello del Cancro richiama all’accelerazione evolutiva che avviene nel feto intorno alle tre settimane; siamo in un segno Cardinale: la decisione è stata presa, con tutto il trauma che comporta dover rinunciare ad “altro” ed ora, affinché il sacrificio non sia stato vano, la nuova forma-pensiero ha bisogno di essere incubata all’interno di uno spazio protetto.

E lo spazio ideale è il grembo materno.

Il Carro (mazzo Harris-Crowley)

Secondo Dane Rudhyar il segno è composto da due scene distinte, Decisione e Consolidamento; in termini spirituali è quindi il momento in cui l’anima (re)incarnata sceglie e prende possesso dell’involucro biologico (il corpo) portando in sé il proprio bagaglio emotivo. Essa si rivelerà per gradi tramite l’evoluzione della persona, ma per il momento è totalmente nascosta, proprio come nell’arcano maggiore Il Carro l’armatura copre ogni parte del corpo del cocchiere.

“Egli ha come pennacchio il Granchio collegato al segno. La visiera del suo elmo è abbassata, perché nessun uomo può vedere il suo viso e continuare a vivere. Per la stessa ragione, nessuna parte del suo corpo è esposta.” (Aleister Crowley)

Il Cancro suggerisce inoltre un’identità sostanziale tra l‘anima e la casa, ovvero tra la nostra particolare impronta psichica ed il contesto domestico nel quale siamo cresciuti, specialmente fino ai 7 anni. In tutto quel periodo infatti impariamo – principalmente tramite imitazione – a parlare, camminare e fare tutto ciò che ci rende socialmente riconoscibili come umani; tale caratteristica resta impressa anche nell’adulto, specialmente in coloro per i quali l’archetipo cancerino è attivato da qualche caratteristica astrale o dagli eventi mondani: proprio come il bambino, il Cancro rispecchia istintivamente ciò che riconosce come modello.

In qualità di Cardinale d’Acqua corrisponde inoltre al Cavaliere di Coppe nelle carte di corte, del quale Aleister Crowley scrive:

E’ il primo acuto assalto di quell’elemento”.

Questo perché, percependo tutta l’esistenza come un’estensione del proprio nucleo familiare, può apparire naif e privo di protezioni emotive, ma al contempo insidioso e manipolatorio nel suo offrirsi in modo empatico alle relazioni umane.

“Egli è amabile in un modo passivo. È veloce a rispondere all’attrazione, e facilmente diventa entusiasta sotto tale stimolo; ma non è molto duraturo. È eccessivamente troppo sensibile all’influenza esterna ma senza profondità materiale nel suo carattere. Quando la carta è dignificata male è sensuale, inattivo e non veritiero. Eppure insieme a tutto questo egli possiede una innocenza e una purezza che sono l’essenza della sua natura.”

Dai punti evidenziati nella citazione possiamo cogliere una singolare analogia simbolica con lo Specchio, una caratteristica mutuata dal governatore del segno, la Luna, che riflette la luce del Sole durante le ore della sua assenza, in qualità di portavoce. Il termine stesso “riflettere” ci rimanda sia al concetto di volgere indietro, analogo a ciò che fa il Sole nel solstizio d’estate e la Luna quasi ogni notte, che di “pensare”.

Lo specchio nello specchio

La scienza sta forse iniziando a individuare le componenti organiche che permettono l’immedesimazione nei cosiddetti Neuroni Specchio. L’abilità di Mirroring (rispecchiamento) sembra dunque essere inscritta nella struttura stessa del nostro sistema nervoso, e quindi della nostra psiche, gettando le basi biologiche dell’empatia. E quale migliore rappresentazione dell’en-patheia (sentire interiore) se non quello della gestazione?

La carta dei Tarocchi corrispondente alla Luna è la Sacerdotessa, la cui immagine rimanda alla dea Iside e al processo iniziatico il cui mistero viene svelato agli occhi di chi ne è degno. Nella mitologia egizia la sorella e sposa di Osiride è spesso un fattore chiave nelle vicende divine: dea della Magia, è lei preposta a stringere patti segreti, intessere inganni od operare miracoli sempre al fine di proteggere il proprio lignaggio e la propria Stirpe.

N. Roerich “La Madre del Mondo”

Anche la tradizione cristiano-cattolica è particolarmente attenta allo sviluppo di questo archetipo nella figura di Maria, Madre di Dio, che negli ultimi anni in particolare sta riassumendo il ruolo cardine di “tramite” tra Dio ed il fedele quale “Avvocata celeste“. Nella sua forma popolare deriva con molta probabilità dalla dea romana Diana che era invocata come protettrice delle partorienti, quindi questo aspetto del femminino nel suo complesso rappresenta ciò che intercede tra l’umano e il divino, l’individuale e il collettivo, così come fa la Luna che filtra le radiazioni planetarie, solari e siderali riflettendole sulla Terra.

Ciò che ami sei destinato a diventare…

Volendo analizzare il segno ancora più nel dettaglio possiamo scomporlo e scoprire che ogni 10 gradi, per un totale di tre decani, abbiamo immagini e riflessioni che si manifestano nelle caratteristiche delle decadi.

La simbologia del primo decano del Cancro (i primi 10 gradi del segno) presenta le basi istintuali di quanto finora descritto. E’ associato al pianeta Venere ed è la porzione di Cielo collegata prepotentemente ad istinti e bisogni. La carta ad esso corrispondente, il 2 di Coppe, trabocca letteralmente di riferimenti all’utero ed alla relazione simbiotica e totalizzante che sussiste tra madre e figlio; questo legame rimane come un’eco nella memoria più profonda e dà forma ai nostri bisogni emotivi, influenzando le nostre scelte.

Come scrive l’astrologo statunitense Austin Coppock:

“E’ il senso di pieno nutrimento, il cui ricordo ci portiamo parzialmente dal grembo materno, che fa sorgere il sogno umano di nutrire similmente dei legami di sostegno tra partner fedeli”

Una volta cresciuti, l’atto di innamorarsi, o quello di essere travolti dall’ammirazione, ripropone meccanismi simili all’imprinting che il cucciolo ha verso la propria madre: l’individuo che lo sperimenta è spinto gradualmente ad uniformarsi all’oggetto che brama. Non di rado due persone innamorate o molto vicine emotivamente sono viste acquisire comportamenti simili, oppure è comune notare come i bambini emulino le movenze, le espressioni e spesso anche l’etica dell’eroe che amano. Caratteristiche queste che il romantico segno del Cancro conosce molto bene.

Nel secondo decano, associato al pianeta Mercurio, scopriamo come l’istinto di imitare implichi un bisogno profondo: la necessità costante di qualcuno o qualcosa da desiderare o ammirare e la conseguente gelosia quando si ha la fortuna di ottenerlo. Questo sentimento è utile in una certa misura per coltivare un rapporto appena formato, perché gli fornisce un focolare protetto – un Eden – nel quale affermarsi e crescere. È però necessario che la porta del simbolico giardino non sia mai totalmente serrata altrimenti la gelosia può diventare patologica, come nel caso del genitore oppressivo che insinua nei figli uno strisciante senso di ribellione. Dall’altro lato, quando il nostro bisogno di amare non è pienamente soddisfatto possiamo cadere nella trappola dell’invidia per l’apparente successo altrui. Anche questa ha due facce, se da un lato può spingerci a dare il meglio per migliorare la nostra condizione  troppo spesso ci rende servi di aspettative di successo illusorie: iniziamo a volere ciò di cui non abbiamo bisogno, per ritrovarci infine schiavi del risentimento.

“Confronta te stesso con chi eri in passato
e non con ciò che qualcun altro è nel presente”
(Jordan Peterson – 12 Regole per la vita: Un antidoto al caos)

Il vero successo allora può essere inteso come la possibilità di riuscire ad ottenere ciò di cui si ha bisogno nel modo in cui si vuole, ma questi due aspetti dell’esistenza sono spesso in netto contrasto. Il problema del Cancro è la tendenza, frutto del rispecchiamento, a prendere ad esempio il successo altrui piuttosto che il proprio, dimenticando che ogni essere umano tende a mostrare al prossimo ciò che vuole e non i propri bisogni anche nei momenti di massima sincerità – quindi non si può avere alcun elemento autentico per poterlo giudicare: è possibile valutare efficacemente soltanto conquiste o fallimenti personali.

Ed è ciò che può essere compreso osservando il terzo decano, associato alla Luna e al 4 di Coppe,  che ci porta al concetto di pienezza, benessere e completezza. Per arrivare a questo stadio è necessario sviluppare un corretto rapporto con la memoria: riflettendo su di essa è possibile creare una narrativa in grado di dare significato ad ogni evento della nostra storia, così da poter pianificare un futuro che si adatti alle nostre esigenze evolutive più intime. Ad esempio: cosa pensiamo di noi se ci confrontiamo con ciò che sognavamo di diventare da bambini, da adolescenti o da giovani adulti? Abbiamo adempiuto a quei desideri o li abbiamo tacitamente abbandonati? Il tenore della nostra vita è migliorato rispetto al passato?

Soltanto facendo una stima onesta di quanto ci atteniamo ai nostri stessi ideali di successo potremo avere un metro di paragone attendibile per progettare ciò che vogliamo diventare: il focolare che intendiamo costruire.

 

 

 

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