Lo Scorpione: il Potere della Fenice

Siamo ormai entrati nel pieno dell’Autunno.

La vegetazione è illuminata dai caldi toni dell’ocra e dello scarlatto che colorano le nostre brevi giornate mentre, di tanto in tanto, improvvise folate di vento freddo recano l’inquietante messaggio che predice l’inverno a venire. La luce cala sempre più e il Sole si appresta al suo primo incontro con l’Ombra compiendo il suo ingresso in Scorpione, l’ottavo segno del cerchio Zodiacale. Come scrive Dane Rudhyar, “lo Scorpione porta notizie di ibernazione; ricopre di brina il destino delle foglie rosse e dorate.”.

Dopo che in Bilancia sono state poste le basi del vivere civile disciplinato dalla ferrea armonia delle Leggi scritte, nello Scorpione ci accingiamo a entrare in una fase segnata dall’esplorazione degli aspetti più drammatici del rapporto tra individuo, Società e Vita. La natura dei governatori Marte e Plutone, che nel segno hanno il loro domicilio notturno, ne anticipano le caratteristiche di intensa energia vitale che si riverbera nelle laceranti passioni e nell’estremismo emotivo e comportamentale.

Una torcia nelle Tenebre

Il Marte dello Scorpione non condivide tuttavia i tratti del soldato impulsivo, ingenuo e un po’ attaccabrighe della controparte arietina; nel suo aspetto notturno, l’archetipo marziale si personifica nella figura dello Stratega che agisce nell’ombra osservando i nemici per carpirne segreti e debolezze, così da essere pronto ad attaccare letalmente al momento giusto. Si tratta di una dinamica che viene frequentemente messa in atto da coloro i quali hanno valori in questo segno (oltre al Sole, ad esempio, anche la Luna o Mercurio e Venere): infatti, la profondità di emozioni tipica dei segni d’Acqua, unita all’acutezza di intelletto, permette loro di andare oltre la manifestazione sensoriale e di scorgere spesso l’aspetto più oscuro celato in persone e situazioni. Questa innata capacità di vedere in trasparenza, tuttavia, contribuisce ad accentuare il pessimismo tipico dei nativi del segno i quali essendo forse più consapevoli di altri dell’esistenza di un lato Ombra sono portati a (pre)vedere negatività e pericoli anche nelle situazioni più rosee, nonostante i loro sospetti vengano spesso confermati dalle circostanze

Morte e Resurrezione

Se Marte è il governatore “antico” del segno, quello moderno è invece Plutone, il più recente dei dieci pianeti usati in Astrologia. Attualmente classificato dall’Astronomia come “pianeta nano” fu scoperto nel 1930, in un periodo caratterizzato da eventi che sembravano veicolare la simbologia plutoniana di mistero, crisi, trasformazione. Gli sviluppi della fisica atomica e della meccanica quantistica, la strutturazione dell’analisi del profondo da parte della psicanalisi, la crisi economica mondiale dovuta al crollo della Borsa di New York del ’29 sono gli eventi più macroscopici che stavano capitando mentre il pianeta Plutone faceva la sua comparsa nella coscienza umana.

Plutone il “ricco” è il nome che gli antichi davano all’innominabile Dio degli Inferi, l’Ade, alludendo forse alla ricchezza delle risorse nascoste in quelle viscere sotterranee dove pochi, tra dei e mortali, osarono avventurarsi, un’anticipazione del viaggio dello Scorpione nelle profondità del proprio io dove tra dolori, passioni, traumi e rimossi è possibile trovare l’Oro come esito di una personale trasmutazione alchemica

Nei Tarocchi gli Arcani che hanno attinenza col segno dello Scorpione sono il XIII, la Morte (più correttamente chiamata “Senza Nome”) e il XX, il Giudizio. L’arcano associato all’ottavo segno, la Morte, lungi dal significare una fine permanente o una morte fisica, indica piuttosto un processo di trasformazione profonda a partire dal necessario disfacimento delle cose propedeutico alla rinascita che avverrà trionfante nell’arcano del Giudizio in cui si assiste a una rigenerazione di quello che era dato per morto.

Se il mito associato alla costellazione omonima è quello di Orione, il gigante cacciatore punito da Artemide col morso mortale di uno scorpione a causa della sua condotta violenta e aggressiva, la vicenda dell’ArabaFenice il favoloso volatile capace di morire e risorgere dalle proprie ceneri ogni 500 anni sembrerebbe tuttavia ricalcare più fedelmente quella dinamica di Morte e Resurrezione che contraddistingue molte delle vicissitudini dei nativi del segno i quali, dopo aver toccato il fondo dell’abisso, sembrano giurare a stessi e al mondo intero declamando il motto della Fenice:

Post Fata Resurgo! Dopo la morte, mi rialzo!

Repulsione e Fascino del Potere

Lo Scorpione è anche un segno di rivolta e ribellione. Il Marte che lo governa può anche indossare i panni del giustiziere solitario o del cospiratore che sobilla le masse al fine di ribaltare l’ordine costituito fondato sull’immutabile e rassicurante tradizionalismo del suo complementare opposto Toro, interessato più a preservare e mantenere ciò che possiede contro ogni tentativo di sovversione.

Tuttavia, non siamo ancora giunti al concetto di  rivoluzione che avverrà in Acquario, motivata da scopi umanitari e tesa ad affermare le libertà dell’individuo nonché a far piazza pulita di tutto ciò che è “vecchio” verso un’idea di futuro migliore. La spinta alla ribellione nello Scorpione è dettata piuttosto da un’amara consapevolezza del sudiciume che si annida anche nelle società più sane e che lo porta a farne esperienza diretta sporcandosi le mani”. Non a caso, spesso chi ha valori nel segno è attratto da tematiche tabù la morte, il sesso, la cronaca nera fino al punto da esserne ossessionati e dalle quali può derivare la scelta di una professione connessa con l’indagine in ambiti di discesa ed eplorazione (in senso letterale o figurato) nelle profondità di abissi da cui molti preferiscono tenersi lontano e rimanere in superficie.

Allora lo Scorpione rivive nel detective, il giornalista d’inchiesta, lo scavatore, il seppellitore, lo psichiatra, la prostituta, il performer sado-maso, ma anche l’operatore finanziario che gestisce in segretezza investimenti e speculazioni di risorse monetarie.

Ma quell’impulso alla ribellione talvolta ha origine in un profondo risentimento nei confronti della società.

Aver fatto esperienza diretta spesso sulla propria persona delle ingiustizie legate all’emarginazione della diversità tout court  può far nascere nello Scorpione un atteggiamento ambivalente di vendetta e cupidigia nei confronti di ciò che si percepisce come Potere e che può spingerlo ad abbracciarne le manifestazioni più degenerate: corruzione, ricatto, falsificazione, criminalità organizzata, sesso in cambio di favori, manipolazione delle paure e delle pulsioni delle masse, e tutto ciò che a cui Dane Rudhyar allude come il peccato sociale dello Scorpione.

Se da un lato, dunque, l’uso costruttivo del potere personale e sociale possono portare a un progetto di rigenerazione all’interno di stessi e in seno alla società, dall’altro lato, molti di coloro che hanno valori nel segno, o un Plutone importante nel tema natale e non ben integrato, possono finire per assecondare acriticamente quell’istinto di sete di potere anziché orientarlo verso obiettivi chiari e definiti di edificazione personale e sociale.

Mistica del Sesso

La diade di Eros e Thanatos rappresenta uno stato di tensione in atto nello Scorpione ed è per questo che la conoscenza sessuale è uno dei temi maggiormente approfonditi in questa fase dell’evoluzione zodiacale. Il sesso dello Scorpione, al contrario di quello gioioso e sensuale del Toro, non è finalizzato alla procreazione e, per tale ragione, è quell’aspetto del sesso che in Occidente è stato a lungo stigmatizzato come “peccaminoso” dalla mentalità di matrice cristiana e quindi considerato come “tabù”. Come afferma Rudhyar, lo Scorpione esperisce il sesso nei suoi aspetti sociali, il sesso come costruttore di civiltà , ovvero scopre il risvolto trascendente e sociale dell’atto sessuale. In questa prospettiva, l’atto del coito implica la perdita di nell’altro e, attraverso l’altro, diventa espressione del desiderio di unione con una totalità più grande.

 

In pratica, il genere di sesso a cui anela lo Scorpione è orientato al raggiungimento di un’esperienza spirituale che nelle tradizioni esoteriche orientali e occidentali si invera nelle pratiche di magia sessuale tese alla canalizzazione dell’energia del coito verso uno scopo più alto rispetto al comune appagamento sensoriale

La Nigredo dell’anima

Mentre per il Toro il modo più immediato per affermare la propria identità è il possesso, lo Scorpione sembra prediligere, al contrario, l’esperienza della perdita.Spinti dall’impulso di conoscere stessi, spesso i nativi del segno mettono alla prova le proprie risorse e il proprio potere personale gravitando verso situazioni difficili, rischiose, torbide, a volte autolesionistiche, arrivando a crearne i presupposti se non se ne presentasse l’occasione.

Il percorso di individuazione, nel viaggio dello Scorpione, attraversa esperienze estreme ma necessarie, poiché quella descensio ad inferos che essi compiono è l’occasione di affrontare le loro ombre e venire a patti col dolore, le pulsioni meno accettate, il rimosso, nel corso di un arduo e doloroso processo di Nigredo foriero di rinascita ad un livello più elevato.

Tuttavia, quando i nati dello Scorpione scelgono di indugiare sul fondo del loro stesso abisso, assecondando ciecamente le loro pulsioni e i loro istinti, rimestando nel fango senza plasmarlo, dimenticandosi di e degli altri,  rischiano di andare incontro allo stesso destino di Gollum,celebre personaggio del “Signore degli Anelli”, che finisce per perdere stesso e la sua dignità identificandosi totalmente con l’oggetto desiderato, ovvero l’anello di cui è schiavo e che è metafora della brama di Potere fine a stessa: il “peccato sociale dello Scorpione”

Se invece gli Scorpioni riusciranno a compiere coraggiosamente il loro viaggio nel regno di Ade, senza mangiarne il melograno, allora saranno in grado di risalire dall’Abisso sulle ali infuocate dell’Araba Fenice, portando con loro i tesori trasformati di quel ricco reame interiore.


 

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