Il Sagittario: la maestria della comunicazione

La descrizione che segue non è diretta solo a chi abbia il Sole, l’Ascendente, oppure valori importanti che coinvolgono il segno, ma è soprattutto un invito generale alla riflessione su certi lati della nostra personalità – che l’astrologia definisce Sagittario – e che sono presenti in ognuno di noi in misure e qualità diverse.

Il Sagittario, l’Arciere dello Zodiaco, è un segno Mobile di Fuoco. Il suo governatore è Giove che ha appunto nel segno il suo domicilio mentre Mercurio, governando il segno opposto, ha qui il suo esilio.

Il fuoco del Sagittario non è prorompente come quello Cardinale di Ariete, né energizzante come il Fisso del Leone, ma è capace di penetrare in luoghi remoti inaccessibili agli altri: è il fuoco dell’intuizione. L’influenza di Giove, e il suo essere Mobile, lo rendono simile al plasma, dalla natura fluida, ma in grado -se necessario- di concentrarsi come un laser. Volendo utilizzare una immagine, il gioviale tipico sagittariano potrebbe apparire come un brav’uomo, magari grassottello, conformista e fortunato nella vita – oppure come un ottimista estimatore dell’ordine sociale e quindi un convinto sostenitore dello status quo, ma capace, nello stesso tempo, di far sentire la propria voce con decisione e sottigliezza quando il velo della sua ingenuità gli si lacera davanti agli occhi e coglie gli aspetti di crudeltà e di sfruttamento che lo circondano.

Aleister Crowley scrive che la Personalità [del Sagittario]:

“è di solito estremamente magnetica, e il suo Carattere audace, libero, impetuoso e la grande vivacità spesso ispirano la più profonda devozione.”.

È perciò possibile che chi manifesta forti caratteristiche del Segno venga seguito ciecamente da alcuni e al contempo trattato come un visionario da altri; questo può accadere anche a fasi alterne della vita, oppure soltanto in alcuni settori. Perciò tra coloro che hanno forti caratteristiche del segno possiamo trovare leader carismatici e iconoclasti, ma anche soggetti passati alla storia per meriti piuttosto infami.
In ogni caso, difficilmente sono individui normali nel comune senso del termine.
Infatti tra i nati con il Sole in Sagittario troviamo celebrità come Bruce Lee ed Ozzy Osbourne, o gli immensi Walt Disney, che aveva Giove nel Capricorno, Woody Allen e Steven Spielberg, la giovane pop star alternativa Billie Eilish, ma anche personaggi del calibro di Winston Churchill o Iosif Stalin. E ancora: gli inquietanti Pablo Escobar e Ted Bundy, il quale è forse il serial killer più famoso dopo Jack lo Squartatore. Tutti loro sono indubbiamente artisti e maestri nel proprio campo e tutti hanno una personalità penetrante (anche nei casi in cui questa è disturbata).

Il Sagittario è opposto ai Gemelli e con esso condivide un certo atteggiamento tracotante, ma se la caratteristica del Mobile d’Aria (il Gemelli) è quella di espandere le possibilità d’azione tramite la logica e il pensiero, quella del Sagittario le concentra in un unico punto tramite l’intuizione. Questa tuttavia, al contrario del pensiero, comunica attraverso idee e simboli, in modo irrazionale, perciò attuandone i dettami si pone il problema dell’ambiguità nell’interpretazione: in poche parole, il Sagittario può essere in grado di proiettarsi sulla cima della montagna col proprio intuito eppure non è detto che sia davvero in grado di scalarne la vetta. Sotto questa luce è l’esatto opposto del disincantato Capricorno che invece è abituato a faticare per ascendere verso la vetta e sa bene quanto possa essere dura e che quindi accetta l’idea del potere come una fatalità, senza pensare che sia per forza una buona cosa.

Uno dei difetti più evidenti del Sagittario, che deve spesso tenere sotto controllo, è quello di inorgoglirsi a causa della propria lungimiranza e carisma, chiudendosi alla possibilità di mettersi in discussione e quindi migliorare. In questi casi tende a fuggire – risultando inaffidabile – piuttosto che continuare a discutere. Infatti, anche se un po’ orgoglioso, il Sagittario non è un attaccabrighe, anzi tale atteggiamento disturba il suo ideale di raffinatezza; tuttavia il desiderio di asserire le proprie convinzioni può portarlo ad essere dogmatico, saccente e a volte paternalista.

Certo, è importante avere delle convinzioni, ma è fondamentale che queste siano flessibili, altrimenti ci si imbatte nelle stesse difficoltà che hanno le religioni nel dialogare l’una con l’altra. Il Sagittario, animato dal desiderio di raggiungere la Verità®, è infatti anche uno dei segni più legati al concetto originario di re-ligio, ovvero dalla ricerca di un ideale/concetto che possa legare e contenere tutto il pensiero umano.  Il problema è che la fede, che spesso troviamo nelle religioni, necessita di dogmi, cioè idee prese per buone in maniera acritica.
Anzi, è la natura del dogma stesso a caratterizzare un culto rispetto ad un altro, proprio come ogni persona sviluppa dei preconcetti per dare una forma coerente alla propria realtà.
Ciò che è importante al fine del dialogo non è quindi distruggere i dogmi, perché ognuno di noi, come il Sagittario insegna, ha delle credenze che affondano le radici anche nella vita di ognuno, ma riportarli al loro uso etimologico di mere opinioni tra le opinioni: degli stendardi piuttosto che delle armi utili solo ad avere dei sistemi di riferimento che puntellino il dialogo.

Teniamo sempre presente che il dialogo può essere visto come un’astrazione dello scontro bellico, quindi ciò che deve interessarci è uscire arricchiti dalla contesa e non annientare l’avversario. Vincere uno scontro verbale è spesso una mera questione di arte oratoria: non significa avere ragione né tantomeno aver convinto l’altro della veridicità delle nostre parole.

Per estensione, poi, anche il pensiero non è altro che un dialogo -interiore- tra due (o più) punti di vista diversi sul mondo: ne conviene che chi sa dialogare sa anche pensare.

La brillante lungimiranza e Temperanza del Sagittario si manifestano nel suo spirito indipendente e avventuroso e nella franchezza con la quale si fa strada nel mondo; tuttavia a causa di un innato bisogno di sicurezza – e una certa superficialità nel giudizio – c’è il rischio che possa cadere nella tendenza a sviluppare pensieri autoreferenziali e quindi superstiziosi.

Apologia della superstizione

Mi sono imbattuto in un articolo del 1984 intitolato “Né di Venere né di Marte” (da Psicoanalisi contro – numero 7) e sono stato colpito da un paragrafo riguardo la superstizione che mi ha mosso a riflettere su un punto cruciale per il mio discorso sul Sagittario:

“(…) Io non ho mai incontrato una persona assolutamente capace di non avere pensieri di tipo superstizioso. Alcuni sono convinti che fare o non fare certe cose, compiere certi gesti, certi rituali, sia estremamente utile alla loro vita; altri ci ridono su ma si sente che una parte di loro non ride e ricrede. Altri neppure ci ridono, pensano di non essere superstiziosi, ma lo sono di fatto: io osservo e vedo i loro rituali, i loro gesti propiziatori, il loro disagio per un segnale ritenuto nefasto. 

Ogni superstizioso ride delle superstizioni altrui, in cui egli non crede, come un fedele sorride sui rituali delle religioni che non sono la sua, perché li sente superstiziosi, crede invece che il suo rituale sia diverso, che lo metta direttamente in comunicazione con la divinità che, benigna, benedirà la sua vita e lo guiderà attraverso i pericoli del mondo. (…)”

La superstizione può essere definita, in termini psicologici, come un bias cognitivo ovvero un pre-concetto nell’interpretazione di ciò che viene percepito dai sensi. Nessuno di noi ne è immune: ogni volta che diamo per scontato come funziona qualcosa senza avere davvero esperienza di come funzioni, oppure quando crediamo che i nostri valori debbano avere un significato universale sacrosanto per tutti, stiamo agendo un pregiudizio. Per liberarci dai bias, e quindi aprire la strada ad un vero dialogo, dobbiamo passare per un processo di rettificazione, ovvero di riflessione su quanto stiamo affermando confrontandolo con quanto ci viene portato come contro-tesi, proprio come recita l’acronimo sulla carta l’Arte nei tarocchi di Aleister Crowley:

VITRIOL, ovvero VisitaInteriora Terrae (oppure Tuae) RectificandoInveniesOccultumLapidem.
Visita il contenuto della Terra, rivolgiti verso il Centro; quindi una volta intercettata la particolare angolazione che hai con esso, correggi quegli aspetti che ostacolano la tua traiettoria. 

Ma come farlo in pratica? Prendiamo ad esempio il proverbio citato nell’articolo, al quale sono particolarmente legato: 

Né di Venere né di Marte non si sposa e non si parte e non si dà principio all’arte

Lo conosco tramite mia nonna materna che lo ripeteva, ma sosteneva nello stesso momento di non crederci. Ed è in effetti uno dei detti più bistrattati in quanto lo si ritiene una mera credenza popolare – una superstizione – questo perché i nostri nonni, pur avendone perso le chiavi di interpretazione, hanno continuato misteriosamente a ricordarlo e celebrarlo.

Erano sicuramente vittime di un bias cognitivo, ma anche chi dismette il proverbio come fosse fuffa potrebbe esserlo. Ma per coloro che conoscono un minimo il discorso simbolico, o la mitologia, questa perla della saggezza popolare si mostra in tutto il suo pragmatico splendore. Marte è il dio/pianeta della guerra, dell’assertività, dell’azione, dell’aggressività e della rabbia, mentre Venere è matrona dell’amore, della bellezza, dell’armonia e dell’infatuazione; perciò – un po’ come per il detto avere la Luna di traverso – questo proverbio fa riferimento ad un preciso stato d’animo: consiglia di non iniziare alcun progetto importante mentre si è preda di passioni travolgenti.

Questo è soltanto uno dei possibili esempi di come rettificare la superstizione: piuttosto che reprimere ciò che non comprendiamo siamo chiamati a renderlo un ingrediente fondamentale del nostro dialogo interiore ed esteriore. Non demonizziamo le nostre tendenze superstiziose se non vogliamo diventare schiavi di esse, teniamole sempre presenti piuttosto, anzi celebriamole e doniamo loro un significato sempre nuovo!

Siamo soliti concepire la superstizione come il contrario sia della religione che della scienza, ma anche questo è un preconcetto. La religione potrebbe essere solo una superstizione che viene imposta tramite propaganda (e spesso con metodi brutali), la scienza allora utilizzerebbe la razionalità e la sperimentazione per dare conferma alle proprie convinzioni, non essendo a sua volta scevra da manifestazioni violente o propagandiste (pensiamo alla Teoria delle razze). Il fatto è che le religioni non hanno neanche bisogno di Dio in senso stretto – come nel caso dell’Umanesimo, del Comunismo, del Nazismo e di altre correnti ideologiche laiche – ma solo di propaganda, quindi se non vogliamo rischiare di essere deviati dalla propaganda dobbiamo liberarci dalle superstizioni delle quali si nutre e per farlo c’è un’unica arma infallibile: la comunicazione.

Fulmine di Pegasus!

I tre decani del segno descrivono tre fasi della comunicazione di un’idea. Queste possono essere simboleggiate dalla Freccia, l’Arco e il Bersaglio del nostro arciere Sagittario. Il significato degli arcani minori corrispondenti suggerisce tre azioni da intraprendere prima di scoccare.

La Freccia (8 di Bastoni – Mercurio)

Per caricare il tuo dardo alla perfezione, assicurati di esprimere quella che ritieni essere la verità: non mentire a te stesso, persino se intendi mentire all’altro.

L’Arco (9 di Bastoni – Luna)

È il momento di correggere la postura mantenendola rigida ed elastica al contempo, bilanciando le braccia così da allinearle con gli occhi. Il consiglio che mi sento di offrire è la nona delle 12 Regole per la vita di Jordan Peterson: 

Aspettati sempre che il tuo interlocutore possa sapere qualcosa che tu non sai”.

Il Bersaglio (10 di Bastoni – Saturno)

Una volta tenuti in considerazione i primi due passi, giunge il momento fatidico in cui focalizzarti sul centro e lasciare andare tutto il resto: sii preciso nell’esporre la tua idea e anche spietato se necessario. E ricorda che la Freccia, tramite l’opera dell’Arco, è tutt’uno col Bersaglio!


 

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